La vita del servo di Dio Antun Mahnić

Il vescovo Antun Mahnić nacque il 14 settembre 1850 a Kobdilj, parrocchia di 
Štanjel (San Daniele) in Slovenia, e già in tenera età rispose alla chiamata di Dio. 
Dopo aver concluso il ginnasio presso il seminario di Gorizia, studiò la filosofia e teologia pure a Gorizia e fu ordinato sacerdote nel 1874, mentre nel 1880 a Vienna consegui il dottorato in teologia integrale.

Giovane sacerdote, maestro

I suoi primi anni di sacerdozio trascorse come prefetto, educatore nel Seminario minore di Gorizia, e più tardi svolgeva il ruolo di direttore dello stesso istituto. Oltre 
al lavoro di insegnamento presso il Seminario di Gorizia scrive e ha cura di 
bollettino ufficiale dell’Arcidiocesi Folium Periodicum Archidioecesis 
Goritiensis. Nello stesso tempo seguiva con attenzione la situazione nel 
mondo esterno, il quale è fortemente preso dallo spirito del liberalismo e di lotta che esprimeva le proprie idee con un aperto disprezzo nei confronti alla Chiesa e 
della dottrina cristiana, e lottando apertamente contro di essa, fatto che determinò 
un sempre più marcato indifferentismo di fede e provocò l’allontanamento di una 
parte del popolo di fedeli dalla Chiesa cattolica e dalla fede cristiana. Per questo 
motivo nel 1888 il giovane sacerdote Mahnić iniziò a pubblicare la rivista che aveva un titolo molto significativo Cattolico romano.

Il vescovo, pastore della Diocesi di Krk

L’Arcivescovo di Gorizia Luigi Zorn lo sceglie per diventare il vescovo. Egli accettò il servizio episcopale con uno spirito di totale abbandono a 
Dio e di obbedienza a Papa Leone XIII, che il 3 dicembre 1896 lo confermò ufficialmente come vescovo di Krk, sebbene in quella funzione 
fosse stato nominato dall’imperatore austro-ungarico “apostolico” Francesco 
Giuseppe il 22 novembre 1896 con un’esplicita intenzione di carattere politico. Anche questo caso, 
tuttavia, si mostrò come Dio scriva diritto anche su righe storte. A quel tempo, la diocesi di Krk apparteneva alla chiesa metropolitana di Gorizia.

Egli visse quotidianamente la propria fedeltà e ascolto di Dio in un’intensa 
vita spirituale, e come pastore osservò ovunque le necessità spirituali e materiali 
dei propri fedeli nella Diocesi di Krk, e più in generale di tutto il popolo croato e sloveno. In tale contesto egli avviò coraggiosamente una pastorale con la quale 
intendeva riunire ed educare la gioventù scolastica, entusiasmandola per gli ideali 
cattolici e per quelli umani in generale, realizzati nel Movimento cattolico croato.

Si impegnò in ogni ambito anche per il miglioramento economico della 
sua Diocesi, indirizzando, con lo svolgimento di due Sinodi diocesani (1901 e 
1911), i suoi sacerdoti a un impegno sociale attivo, organizzando nuove forme di 
raggruppamento sociale e aiuto reciproco da realizzarsi in numerose cooperative , operando in questo modo per il miglioramento della vita 
dei contadini e, più in generale, di tutto il popolo croato. Mostrò una particolare attenzione verso i suoi sacerdoti invitandoli, 
con il proprio esempio ma anche con la pubblicazione di una rivista specifica dal titolo Sanctissima Eucharistia, a una più forte devozione eucaristica e a entrare 
nella Società dei sacerdoti adoratori.

In ambito ecclesiale e culturale, si impegno con tutte le sue forze in favore 
della conservazione della prassi liturgica plurisecolare di celebrare Dio in lingua 
paleoslava. In tale contesto gia nel 1902 fondo a Krk l’Accademia paleoslava allo 
scopo di avviare, diffondere e studiare la lingua paleoslava e l’alfabeto
glagolitico. Il suo amore creativo e pieno di iniziative trovava quotidianamente la sua 
ispirazione con un’ora di adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Qui 
maturarono le basi del movimento cattolico, il suo amore gratuito per la gioventù 
cattolica, la sua pacifica combattività che vinceva sopportando la sofferenza 
personale. Perchè non era facile. Uno quando inizia con le cose di Dio, subito trova i nemici, e lo danno molta sofferenza.

Gli ultimi giorni terreni

Gia durante la vita gli ebbe centinaia e migliaia di giovani fedeli che lo 
consideravano come un loro maestro e padre spirituale, circostanza che giunse a 
espressione in occasione della sua morte. Allontanato dalla sua diocesi, e portato nell’esilio, torno doppo un anno, malato e mortificato. Morì il 14 dicembre 1920 a Zagabria.

Uno dei giovani, oggi beato Ivan Merz quando sentì che il vescovo Mahnic è morto scrisse nel suo diario: Mahnić è la personalità più insigne nella storia jugoslava che io abbia 
mai conosciuto, e quanto ho finora appreso sulla sua vita interiore si avvicina 
nella massima misura alla figura di santo della Chiesa cattolica. Quale fortuna 
per la Jugoslavia avere un Mahnić, un combattente della prima ora, il quale vuole 
sollevare il nostro popolo e portarlo nell’abbraccio della Trinità, dove ora egli 
celebra la sua gloria. O nostro Mahnić, prega per noi, prega che dal nostro 
movimento germoglino quante più personalità forti che operino solamente per la 
santa Chiesa cattolica!”

Il processo di beatificazione e canonizzazione

Numerose testimonianze di all’ora ci parlano di lui come un santo martire. Il suo biografo, padre Ignacije Radić, descrivendo il suo ultimo incontro con il vescovo morente, scrisse: “Ho sempre profondamente rispettato e 
sinceramente amato questo santo vescovo. Non ho mai avuto paura di lui, e 
ancora meno l’ho fuggito, ma questo ultimo atto nella sua vita ha lasciato nella 
mia anima una profonda impressione che non sarà mai cancellata. Sapevo di 
trovarmi presso il giaciglio di sofferenza del grande Mahnić, grande sofferente, 
per me un vero santo”. Convinto della santità di Mahnić, al termine 
della sua biografia Radić ricorda al lettore: “Pregate Dio, che per l’intercessione
dell’Immacolata, venga presto il felice giorno che ai resti mortali del vescovo 
Mahnić si possa mostrare la venerazione che si deve ai beati e ai santi.”

Questa “fama sanctitatis” si affievo un poco negli anni successivi – 
soprattutto durante il periodo comunista, quando il vescovo Mahnić fu etichettato 
come clericale e retrogrado – ma non scomparve mai.

Il 14 dicembre 2013 la diocesi di Krk, dopo 85 anni della sua morte, apre il processo per la sua cannonizzazione.

Inoltre ogni anno, il 14 dicembre, si celebra liturgicamente e in modo solenne il giomo della sua morte: In primavera e inoltre tradizione che gli alunni nel territorio sotto la giurisdizione della Diocesi di Krk visitino in gruppo la sua tomba in cattedrale, e oltre alla Santa messa presieduta dall’Ordinario locale, ogni anno tengano rappresentazioni di gruppo, in questo modo conoscendo la personalita del vescovo Mahnić.

Saša Ilijić, postulatore